| | | | Los Angeles Lakers | 93 | | Los Angeles Clippers | 105 |
#Worst
Venerdi notte fa rima con derby di Los Angeles: proprio come nel Christmas day, i Lakers scendono sul parquet nel "friday night" NBA e si trovano di fronte Chris Paul e compagni, una delle loro bestie nere dal momento in cui la Leggenda Phil Jackson ha lasciato la panchina. L'ultima vittoria gialloviola risale infatti all'era D'Antoni, in particolare al tip off stagionale 2013-14 e ad una furente rimonta nel secondo tempo...sembra passato un secolo. La settimana dei Clippers è stata funestata dal Griffin gate - out 4-6 settimane per essersi seriamente infortunato alla mano, dopo aver scambiato un dipendente del suo club per un punchingball-, la nostra è stata la replica di tante altre vissute nelle ultime stagioni, contraddistinta da sole sconfitte e prestazioni facilmente dimenticabili, eccezion fatta per l'avvincente gara vs i Mavs. Nel derby delle assenze eccellenti, i Lakers pareggiano il forfait di Griffin lasciando seduto Kobe, che nel back to back ha preferito la rimpatriata con l'amicone Pau Gasol - per il quale il Mamba ha speso parole deliranti, alla vigilia della partita disputata 24 ore prima, meglio soprassedere - alla sfida ai rivali cittadini.
Il primo quarto scivola via tranquillamente, con un Chris Paul in perfetto controllo da 6 punti e 5 assist già nei primi 8 minuti di gioco. I Lakers rientrano da -7 e mettono la testa avanti al fotofinish, grazie al morbido Jumper di D'Angelo Russell. I Clips non prendono il largo perchè sostanzialmente non la mettono mai da fuori, basti pensare che il primo canestro dalla lunga distanza arriva dopo 17 minuti (Rivers). I nostri giovani scaldano la platea con un'azione da top10 firmata Brown e Russell: Ab stoppa Rivers e parte sulla corsia di contropiede, ricevendo palla da D-Lo, ma anzichè tirare dal perimetro, restituisce a D'angelo. Solo rete, una tripla apparentemente priva di significato, ma sintomo di quanto potrebbero fare di buono in futuro le due scelte 2015. A bordocampo intervistano Steven Gerrard, che non sarà Dennis Rodman ma quanto ad aver scritto la storia dello sport, si difende. Chi invece sicuramente non entrerà nella Hall of fame del gioco è Clarkson, ma intanto mette li 11 punti nel solo primo tempo. Si limitasse a quello, sarebbe anche un elemento utile, ma si è già detto più volte, JC si ritiene una futura all star e lo dichiara apertamente a mezzo stampa. Cosi, oltre alle figure di menta a livello mediatico, pensa bene di aggiungerne una sul campo, andandosi a stampare pietosamente sul primo ferro, nel malriuscito tentativo di imitare Air Jordan. Più che "fly" è un "cry(in')"
Ad ogni buon conto, dopo 24 minuti di gioco la notizia è che i Lakers sono ancora in partita (49-54), grazie ad una fiammata da 4 punti di Randle, che contrasta l'ennesimo tentativo di fuga dei "padroni di casa". Randle - diciamolo - non gioca bene, ma conta già dieci punti e dieci rimbalzi ad inizio terzo quarto. I Lakers approfittano dei Clippers letargici usciti dagli spogliatoi e li colpiscono con un parziale di 10-0, che li fa "volare" sul 63-59 grazie al jumper fuori equilibrio di Lou, costringendo Doc Rivers a chiamare il più inatteso dei timeout. Scene tratte da un'altra epoca. Paul decide di averne abbastanza e riporta sopra i clippers, mette 5 punti di fila ed un ventello a referto, con 15 minuti ancora da giocare. Uno sfondamento e una persa di Randle arrivano nel momento meno indicato, confermando che aldilà delle eccellenti stats di giornata, la prima scelta 2014 sia ancora molto indietro nella comprensione del gioco e nella scelta dei momenti in cui effettuare le giocate. Bass aggiunge un'altra turnover, i Lakers improvvisamente hanno smarrito la via del canestro e si trovano nuovamente sotto di nove sul 63-72, effetto di un 13-0 devastante soprattutto sotto l'aspetto psicologico. Un break in doppia cifra, annullato e pareggiato nel giro di pochi minuti non è un segnale incoraggiante, a Rivers è bastato un semplice TO - e la relativa sveglia - per riprendere le redini dell'incontro, agevolato dai 6 punti consecutivi messi a segno proprio dal figlio. Il primatista NBA dei falli subiti sul tiro da 3 - sarebbe meglio dire "grassati" con furbizia -, Lou Williams, prova a fermare l'emorragia, riportando il gap a soli due possessi di distanza. Lance Stephenson chiude il terzo quarto in bellezza, guidando una second unit dominante rispetto a quella dei Lakers (38-18 in quel momento, and counting), assieme ovviamente ad un Austin Rivers che all'avvio dell'ultimo periodo, segna il suo quindicesimo punto (17 alla fine). I clippers ormai sono tornati in pieno controllo del match, ma il punto esclamativo lo mette Lance Stephenson, andando a posterizzare Randle per la schiacciata della notte NBA, quella che suggella il 94-82 e abortisce le ultime speranze di W della squadra di coach Byron Scott. Il secondo derby stagionale si chiude 105-93 per i Clippers, dove si segnalano i 27 punti di Cp3, i 17 di Rivers, i 16 di Stephenson e i 15 di Crawford. Nei Lakers ricordiamo un D-lo troppo intermittente e poco presente (8 punti), meglio di lui un Randle da 23 punti e 14 rimbalzi, anche se come detto, non è tutto ora quel che luccica. Doppia cifra anche per Clarkson (17+8), Hibbert (12) e Lou Williams (11). La nona sinfonia, pardon sconfitta, è servita, e toccherà battere Charlotte domenica per non portare la striscia in doppia cifra (quella è roba per George, e non parlo di Paul). In attesa che Caniggia ci porti Griffin - il piano c'è, è solo questione di tempo - ed il mercato inizi a muoversi anche per la prima compagine della città degli Angeli, ormai soltanto a livello mediatico e di Palmares.
Read the whole post...
- Tags:
- Game Recap 2015/16
|
|
| |