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Most users ever online was 48 on 2/12/2015, 12:25


B_NORM    
view post Posted on 8/2/2016, 12:55 by: spawnix     +1   +1   -1Reply
LALLos Angeles Lakers102SAS
San Antonio Spurs106


#GoodByeTexas



I Lakers reduci da due successi consecutivi - guidati, tanto per cambiare, da Kobe Bryant -, si presentano all'AT&T Center di San Antonio nella serata di sabato, con l'intenzione di ben figurare.
Nonostante i campioni NBA 2014 vantino un record di 27 vinte e 0 perse tra le mura amiche, l'impressione è che i derelitti Lakers non abbiano alcuna intenzione di fungere da vittima sacrificale, come le relative posizioni in classifica ed interessi contrapposti imporrebbero.
A surriscaldare ulteriormente l'atmosfera, in senso positivo, ci pensa la stessa Organizzazione nero-argento, accogliendo Kobe - giunto all'ultima esibizione in carriera a S.Antonio - con un video celebrativo, condito dalle parole al miele di Manu Ginobili, Tim
Duncan, Coach Pop e Tony Parker (insomma, Gli Spurs). Il francese azzarda un "Kobe è stato l'Mj della nuova generazione" che non può non far riflettere sulla grandezza di questo fuoriclasse ormai giunto al capolinea, e la reazione del pubblico stesso non lascia indifferenti.
L'accoglienza trionfale da parte dei rivali storici dei Lakers e di Kobe, un pò come successe a Boston, è sintomo di grandissima maturità: un pubblico abituato a vincere, sa riconoscere i vincenti con la V maiuscola, soprattutto quando li affronta per tanti anni. Diversamente da Utah, Portland, Denver e tutte le arene assuefatte a sconfitte e delusioni, che non a caso hanno tenuto ben altro atteggiamento nei confronti del numero 24, ex 8. Anche da questi dettagli, vedi La differenza tra chi ha vinto, vince e vincerà ancora e chi invece, dell'alfabeto, conoscerà sempre e soltanto la lettera L.

Comunque sia, si parte e subito arriva il primo canestro di Kobe in faccia al miglior difensore della Lega, Kawhi Leonard, ma contrariamente alle nostre speranze, rimarrà un fatto isolato nei primi 24 minuti di gioco. Bryant non esagera particolarmente, S.Antonio controlla, nonostante le assenze di Duncan e Ginobili, e quando Kobe viene richiamato in panchina, siamo 19-12 per i padroni di casa.
Tutto come da copione, insomma. A fine primo quarto Diaw accende il match, stoppando un lay-up di Clarkson al vetro e facendo partire il contropiede, concluso con una tripla in ritmo di Mills.
+9 S.antonio dopo 12 minuti.

La regia manda in onda una grafica del confronto tra le due Superstars di serata, Tim Duncan - in borghese - e Kobe, appunto, veterani di ormai ventennale esperienza in questa Lega. Scopriamo cosi che in regular season ha vinto più volte il caraibico (17-13), ma al contrario - cosa nota -, nei playoff il conto dice 18-12 per Kobe, con due sole qualificazioni nero-argento, contro le 4 gialloviola. I titoli, aggiungo io, rimarranno cinque pari, a causa della scarsa lungimiranza del Mamba a fine carriera e della presenza di Steph Curry, il cannibale della NBA moderna.

Clarkson è già in doppia cifra ad inizio secondo quarto, e - incidente con Diaw escluso - risulta il miglior elemento nella prima parte di gara, tra le nostre fila, ma come spesso accade se lui brilla, la squadra è sotto (di una decina di punti circa, nella fattispecie) nel punteggio. Non è (mai) un caso.
A metà secondo quarto, coach Scott rimette in campo proprio Scarson e lo stesso Kobe, augurandosi - o forse no - che i nuovi ingressi diano una scossa alla squadra. E per assicurarsi che i suoi progetti - di tanking - non vadano in fumo, li affianca a Sacre, uno dei
personaggi di culto negativi più imbarazzanti di sempre, nella L.A. che conta.
Scarson ci riporta a -3 con una tripla fuori equilibrio e festeggia come Tardelli ai Mondiali dell'82, sarebbe bene che qualcuno gli spiegasse qualcosa, e anche al più presto. Ma a parte questo, è Jc a tenerci in partita, andando ad inchiodare in alley-oop il -2 (per lui già 15 punti e 6/10 al tiro).
Un Marjanovic più forte che bello ci ri-allontana subito con un gioco da 3 punti, ma un solido Randle ci tiene li a -3. Kobe sembra smanioso di incidere in un match che al momento lo ha visto protagonista marginale, ma dall'arco non ne mette una. L'epica performance vs i Wolves (7 su 11) è già un lontano ricordo, gli sdeng dalla lunga distanza non si contano, e solamente gli Spurs distratti e apparentemente "in ciabatte", consentono ai Lakers di restare a contatto. Mills mette a segno la terza tripla del suo primo tempo e raggiunge gli 11 punti a referto, mentre Kobe, dal canto suo, capisce che non è serata e va a prendersi due punti in backdoor, ritrovando cosi la via del canestro
smarrita dopo la prima azione della gara. Randle effettua il primo sorpasso in avvicinamento, ma Kawhi rimette le cose a posto, stoppando il parziale Lakers di 7-0 e con 4 punti consecutivi, consente ai suoi di andare al riposo più lungo in vantaggio, seppure di soli 3 punti.

Il terzo quarto sembra la fotocopia del primo: pronti via, Kb24 si alza al tiro dal corner sinistro, 2 punti automatici. Ma solo in apparenza, visto che nel primo tempo, dopo il canestro d'avvio, Kobe ha segnato un solo altro canestro, fallendo le altre 8 conclusioni
effettuate. Con questo sesto punto, il tabellino denuncia un preoccupante 3 su 11 dal campo, un flop tutto sommato prevedibile contro un mastino come Leonard, visto e considerato che i bookmakers piazzavano l'over di Kobe a soli 13,5 punti (solitamente non si sta sotto i 17-18).
I Lakers reggono l'urto, ma mandano troppo spesso in lunetta un Kawhi Leonard tutto sommato poco incisivo offensivamente (2 su 7), fino a quel momento: sono 13 i liberi tirati dal #2 nero-argento nei primi 28 minuti, una media da fare invidia a James Harden.
L.A. non sprofonda solo perchè a tenerla a galla ci pensano Clarkson e lo stesso Kobe, più un Randle sempre scomposto nelle movenze, ma efficace coi suoi 14 punti e 11 rimbalzi già a metà terzo quarto.
Parker porta il vantaggio spurs alle soglie della doppia cifra (70-61 al 30'), ma prima un tecnico fischiato a Pop e poi Randle, ricuciono lo strappo, contestualmente alla nuova fiammata del Black Mamba: poderosa stoppata ai danni di LMA, break dei Lakers e palla
nuovamente nelle mani del figlio di Joe Bryant, che in Fade away vintage, sigla il 66-70. C'è ancora una partita, contro ogni pronostico.
I Lakers, come Kobe, viaggiano a corrente alternata, e ad ottimi momenti di gioco si alternano alcune schifezze degne della loro desolante classifica di division. Per tenere il passo di San Antonio bisogna fare qualcosa di speciale, ma qual'è il problema? Ci pensa Kobe, inanellando una terrificante serie di tre triple consecutive, due delle quali forzatissime, e l'ultima con tanto di fallo supplementare e conseguente gioco da 4 punti. Da -8 a -1 in un amen, 14 punti nel quarto per il Mamba, ed un referto ora più consono al suo status (8/19 per 19 punti).
Adesso anche i compagni iniziano a crederci, l'idea di fare uno scherzetto a Tim Duncan e soci, sta prendendo corpo. Purtroppo c'è il rovescio della medaglia, non sono solo rose e fiori per quanto riguarda Kobe: galvanizzato dai dieci punti in un minuto, Bryant ricomincia a forzare e dopo due erroracci al tiro, viene richiamato in panchina per l'ultimo riposo. Non prima, però, di assistere al "buongiorno" di D'Angelo Russell alla AT&T, con la tripla del sorpasso Lakers, poco prima della terza sirena: 81-79 per gli ospiti, tra lo stupore generale.
Stupore che si trasforma quasi in "terrore", quando Lou Williams sgancia la bomba dell'86-81 Lakers. E' partita vera, dunque, a S.Antonio toccherà accendere l'interruttore se vorrà mantenere immacolato il record casalingo. Simmons risponde al fuoco con un tiro da 3, ma è ancora D'angelo a dipingere basket, pescando Black per la schiacciata del nuovo +4. Ed è ancora l'ex stella di Osu a siglare il jumper del 90-87, dopo la tripla di Green, che subito
dopo concede il bis. Parità assoluta, partita bellissima, ma quel che più conta, vera.
L'impressione che ricava il tifoso più attento è che oggi i ragazzi siano più pronti di quanto lo fossero anche solo un mese fa, e finalmente - urliamolo a squarciagola..finalmente! - il merito è anche di Kobe, che con le sue scariche di adrenalina riesce a far salire di livello i compagni. Il Russell del primo tempo, ad esempio, non è nemmeno parente di quello che si disimpegna tra terzo e quarto periodo, come fosse un veterano consumato.
E' ancora il Golden Boy Purple and Gold a segnare il tiro pesante del sorpasso, appena prima che faccia il suo nuovo ed ultimo ingresso Bryant. I minuti al termine sono 5, la prestigiosa e allo stesso tempo sanguinosa W è li da cogliere, clamorosamente alla portata. Davanti, purtroppo ci sono gli spurs e non Wolves e Pelicans, ed è questo particolare a fare la differenza.
Il fin li positivo Randle si esibisce in un'azione pornogragica, conclusa giustamente con la
stoppata di West e la violazione dei 24 secondi. I consueti limiti emergono inesorabilmente, la stoffa c'è ma Julius dovrà lavorare moltissimo per raggiungere il livello cui aspirava, prima di incappare nel tremendo infortunio dell'autunno 2014.
Ad ogni buon conto, Kobe non ci sta, si inventa un tiro fuori equilibrio dai 7 metri e mezzo per il 96 pari, e poco dopo Lou lo imita, pareggiando a sua volta l'ennesima stoccata di Green.
Two minutes Warning, 99 pari. Ma stavolta si, è l'ultimo sussulto gialloviola, perchè anche alle favole - e al masochismo - c'è un limite. Gli dei del basket accolgono una preghiera di Parker, che dopo l'1 su 2 dalla lunetta di Randle, si ripete in layup. il francese è desto, gli Spurs salgono a +3.
Kobe tenta di forzare il raddoppio di Pop e spara ugualmente da 8 metri con due uomini addosso, il cross che ne deriva gli dà torto. Ormai il Mamba ha finito le pile, è 9 su 27 dal campo e nell'ultimo quarto ha segnato solamente - solamente tra virgolette - la sontuosa tripla del 96-96 in faccia al cancellatore di Stars, al secolo mister Kawhi Leonard.
Aldridge si prende il 105-100 con la forza, Kobe risponde dalla lunetta, raggiungendo quota 25.
Il tiro in uscita dai blocchi di Green a dieci secondi dalla fine, potrebbe chiudere il match, ma si stampa sul ferro. C'è ancora vita per i Lakers? Nossignore, perchè Bass, Kobe e Young mancano il tagliafuori e Leonard si appropria del rimbalzo offensivo. Il libero di Diaw ratifica la vittoria Spurs 106-102, il sogno/incubo delle 3 vittorie consecutive e di tenere la striscia vincente aperta, sul campo più ostico della Lega, sfuma proprio sul traguardo.
Uno dei primi dieci della Storia NBA saluta S.Antonio, acclamato come una Rockstar, segnando 25 punti alla veneranda età di 37 anni e 6 mesi. Se questo rimanesse il trend - e non può accadere, per ragioni meramente fisiche -, il Farewell Tour acquisterebbe un senso, ma magari perderemmo i diritti sulla prima scelta di Giugno.
No, il gioco non vale la candela, è stato comunque bellissimo ma tra passato e presente, i Lakers devono scegliere il futuro. E se Kobe chiudesse i conti subito dopo l'ASG, come qualcuno sta vociferando, non sarebbe propriamente un male.

JAYWILL_22

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#TheBlackMamba,
Game Recap 2015/16
Comments: 0 | Views: 38Last Post by: spawnix (8/2/2016, 12:55)
 

B_NORM  
view post Posted on 7/2/2016, 15:22 by: Kobe24mvp79     +2   +1   -1Reply
LALLos Angeles Lakers99NOP
New Orleans Pelicans96


#Wintage



Sogno o sono desto? Sono le parole che mi sono detto quando ho visto quella tripla del 24 che a 37 anni suonati e pieno di infortuni ancora riesce a sorprendermi e a sorprendere.

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#TheBlackMamba,
Game Recap 2015/16
Comments: 0 | Views: 44Last Post by: Kobe24mvp79 (7/2/2016, 15:22)
 

B_NORM    
view post Posted on 3/2/2016, 11:34 by: spawnix     +5   +1   -1Reply
MINMinnesota Timberwolves115LAL
Los Angeles Lakers119


#Wintage



Due anni e dieci mesi dopo, si è rivisto il Black Mamba allo Staples Center. E quale migliore occasione poteva scegliere, se non evitare alla franchigia di cui è stato simbolo e uomo-immagine per vent'anni, la striscia perdente peggiore di sempre?
Ma andiamo con ordine. A Los Angeles scendono sul parquet gialloviola i Minnesota Timberwolves, per quello che promette di essere una sorta di spareggio tra due delle tre peggiori formazioni della Western conference. I Wolves hanno vinto due delle ultime dieci, i Lakers hanno eguagliato proprio domenica il primato di sconfitte consecutive a quota dieci, affiancando i Lakers di metà anni '90 allenati per un breve periodo dall'altra icona leggendaria dell'era moderna, Magic Johnson.
L'imperativo è vincere, perfino il King del tanking, aka The Masterpiece Byron Scott, ci tiene il giusto ad entrare nel libro di storia negativo dei Lakers in solitaria, e ad eccezione di Larry Nance Jr. - che rivedremo dopo l'ASG -, sono tutti presenti.
Minnesota deve fare a meno di Martin, Pekovic e Kevin Garnett, cosi anche stavolta, come in Lakers-Mavs della settimana scorsa, dobbiamo fare a meno del confronto tra due grandi veterani dei parquet NBA.

La partenza è tutt'altro che incoraggiante, la difesa dei padroni di casa sembra in sciopero come Chris Bosh in quel di Houston un paio d'ore prima - 0 tiri presi nel primo quarto abbondante di gioco -, e già dopo cinque-sei minuti i punti al passivo sono 20 (12-20), poi 24 (17-24). Kobe gioca (era in dubbio) e segna un paio di canestri, ma al solito si disinteressa totalmente della fase difensiva: inguardabile il modo in cui rimane su un semplicissimo blocco ed osserva Prince appoggiare comodamente, con l'uomo in canotta gialloviola più vicino, distante almeno 3 metri. Esce Kobe, entra D'Angelo e la musica cambia. Gli stessi Wolves si rilassano, perdono ben 6 palloni nei primi 13 minuti di gioco, e ben presto i Lakers mettono la freccia. Prima Clarkson e poi Russell suonano la carica, già a fine primo quarto mettiamo la testa avanti, grazie ad un primo parziale di 10-0.
La difesa finalmente regge, dopo aver subito 20 punti nei primi minuti, ne incassiamo solamente 18 nei successivi 13 e qualcuno già storce il naso, quando il numero 24 si appresta a rientrare. Con D-Lo autore di 11 punti nella prima metà del secondo quarto e Clarkson già in doppia cifra, c'è il timore che il rientro del figlio di Jellybean produca effetti negativi. Niente di più sbagliato.
Pronti, via, Kobe incendia lo Staples con la tripla del +8 e poco dopo si ripete da 3: il suo fatturato parla di 15 punti, con un ottimo ed inusuale 4/6 al tiro, ancora prima che finisca il primo tempo di gioco. E i Lakers, con un Capitano cosi, si siedono comodamente su un vantaggio in doppia cifra che non abbandoneranno fino ad inizio quarto quarto. Lou Williams e Julius Randle confezionano la giocata della notte, con inchiodata spettacolare del 30, portando il punteggio sul 61-48. Si, avete letto bene, 61. Hibbert è scomparso a vantaggio di Black, e nessuno si offende per la dimenticanza di coach Scott, forse stufo anche lui di vedere un palo della luce piantato in vernice. Il secondo quarto si chiude con la tripla scoccata al 24° secondo da Lou e il punto del 66-52 allo scadere, messo a segno dal nuovo predestinato, Wiggins.

Alzi la mano chi, al rientro dagli spogliatoi non inizia ad avere quella poco piacevole sensazione di deja vu. Proprio come nell'Opening night, infatti, i Wolves apparentemente fuori partita, iniziano ad erodere il vantaggio gialloviola, avviando una lenta, ma inesorabile rimonta.

Intanto però, per quasi tutto il terzo periodo, il match rimane saldamente nelle mani dei Lakers. Il merito è da attribuire in particolar modo ad un Bryant "in the zone", che prima segna la quarta tripla su sette tentativi, e di seguito infila la quinta. Per lui 21 punti nei primi 23 minuti in campo, diventati 24 col Jumper del nuovo +14 Lakers, cui risponde da 7 metri e mezzo il vostro normale centro di 2.12, Karl Anthony Towns (14+9 alla fine).
Minnesota a -11, nonostante un Rubio da 10 punti e 10 assist e un Wiggins che sta iniziando a mettere le marce alte. No, la partita non è affatto finita, quella sensazione citata in precedenza, si fa sempre più insistente, "il giorno della marmotta" sta per diventare realtà. D'Angelo rimane troppo a lungo in panchina, quando ne esce si è raffreddato ed è ben lontano dal giocatore esplosivo visto all'opera nel secondo periodo. All'ultimo riposo, 92-81 per noi, ma il fiato degli ospiti inizia a farsi sentire. Nessuna sorpresa, dunque, quando i Wolves piazzano un break di 11-2 che li riporta pienamente in partita, costringendo la sfinge Scottex a chiamare un Timeout. Il parziale si allarga fino a 17-6, adesso c'è solo un possesso tra i due teams, e Lavine sta prendendo fuoco (chiuderà a quota 14). Russell non ci sta, spara una tripla senza coscienza ed arresta momentaneamente l'emorragia (99-93), ma è un'illusione. Non basta il 10/23 dei Lakers nel tiro pesante a scoraggiare Minnesota, Wiggins si conferma a tutti gli effetti il nuovo Lebron, alternando giocate di talento e fisicità/atletismo inimmaginabili, agli ormai famigerati sfondamenti, 4 passi e fischi regalati, cui il choosen one originale ci ha abituati da quasi 3 lustri.
Wiggo ne mette 10 nel solo quarto quarto, e fanno 28 in totale: mica male per un ragazzino al secondo anno tra i Pro. Lavine trasforma il match in un 1-point game e subito dopo effettua il sorpasso, chiudendo un parziale di 7-0 a favore degli uomini di Sam Mitchell. Un film già visto a fine ottobre, ma siamo a Febbraio e la notte degli Oscar è molto più vicina, a Hollywood non possono essere cosi banali da propinarci un noioso e deprimente remake. E infatti non accade. Kobe, rientrato da pochissimo sul parquet, riprende da dove aveva lasciato, come se gli anni fossero 28 e il fisico ancora integro.
Prima forza la tripla del 104-102 su un blocco, l'azione seguente si ripete dal lato sinistro, come nulla fosse. +5 Lakers in un amen, sesta e settima tripla (su 11 tentativi) da consegnare agli annali. Lo Staples è in fiamme, ci manca solo che imiti il celebre gesto di MJ alle Finals '92 coi Blazers, e potremmo tutti andarcene a casa. Ma no, il suo volto non tradisce emozione, c'è un lavoro da finire. Wiggins in fade away firma il trentesimo punto (e il -3), a Kobe viene annullato un canestro più fallo tra le proteste del pubblico, e Lavine resetta tutto: ancora -1 Wolves. Che hanno la palla del sorpasso, ma lo stesso Lavine pasticcia e perde un pallone. Scarson prova ad imitarlo ma non ci riesce, cosi ha la saggia idea di andare da Randle, che in giro e tiro riporta i suoi ad un possesso pieno di vantaggio. La partita è entusiasmante, da queste parti non capita di frequente, nelle ultime stagioni.
Dieng dalla lunetta per il nuovo -1, ma siamo entrati nella Kobe Bryant zone, il 48° minuto. Jumper jordaniano, anzi Kobiano come ai bei tempi, ed è ancora +3 L.A.
Ci siamo quasi, i grigi invertono una rimessa ma si correggono, la palla torna nelle sagge mani di Kobe, e per Minnesota rimane solo un'opzione: mandarlo in lunetta. Dagli spalti partono i cori "Mvp, Mvp", ma per la prima volta dopo quasi 3 anni non sono deliri da tifosi ancorati al passato, ma la fotografia di quanto si è visto sul parquet.
L'ultima volta era stata coi Warriors ad Aprile 2013, quando Bryant ci consegnò la W che voleva dire "playoff" con il tendine d'achille a pezzi.
I viaggi in lunetta del Mamba diventano due, tre, e non c'è più tempo per recuperare, da parte dei Wolves. Finisce 119 a 115 Lakers,
Kobe si riprende i Lakers per una notte, facendo segnare un tabellino che non ha niente a che vedere con un uomo di 38 anni e decine di infortuni alle spalle. 38 punti, uno per anno, 10/21 al tiro, 7 su 11 da 3, 11 su 12 ai liberi.
I 20 di Lou, i 18 di Russell, i 16 di Clarkson e i 15 di Randle completano il quadro, ma stasera non c'è spazio per nessun altro che non si chiami Kobe.
A lui dobbiamo la decima vittoria stagionale e l'interruzione della striscia negativa record, ironia della sorte, proprio a quota 10. Che, elementare Watson, è anche il voto odierno che abbiamo il piacere di assegnare al Mamba. Due anni e dieci mesi dopo, welcome Back.

JAYWILL_22

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Game Recap 2015/16
Comments: 6 | Views: 99Last Post by: JAYWILL_22 (4/2/2016, 16:19)
 

B_NORM  
view post Posted on 31/12/2015, 04:59 by: JAYWILL_22     +3   +1   -1Reply
LALLos Angeles Lakers112BOS
Boston Celtics104


#Rivalry





Una Nazione intera si ferma, come è normale che sia, per l'ultima recita di Mister Kobe Bryant al TD Garden di Boston.
La nazione è quella gialloviola, naturalmente, tanking o non tanking, la speranza è di vedere il 24 trionfare a casa dei nemici/rivali di sempre, mettendoci la firma in calce.

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#TheBlackMamba,
Game Recap 2015/16
Comments: 11 | Views: 116Last Post by: Mammuttone (1/1/2016, 20:21)
 

B_NORM  
view post Posted on 26/12/2015, 18:18 by: Kobe24mvp79     +2   +1   -1Reply
Per voi l'estratto dedicato da Kobe durante la Reunion del duo per antonomasia del basket italiano, Buffa & Tranquillo.

Buon ascolto e visione!



:birra:

#StayTuned

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Edited by spawnix - 28/12/2015, 21:43

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#TheBlackMamba
Comments: 2 | Views: 69Last Post by: spawnix (28/12/2015, 23:06)
 

B_NORM  
view post Posted on 23/12/2015, 10:26 by: spawnix     +1   +1   -1Reply
LALLos Angeles Lakers111DEN
Denver Nuggets107


#TheBlackMamba




Il Recap odierno inizia con una domanda: è giusto vivere il momento o programmare il futuro?
In base a questa risposta che ognuno di voi può dare si può vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.

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#TheBlackMamba,
Game Recap 2015/16
Comments: 5 | Views: 71Last Post by: spawnix (24/12/2015, 09:30)
 

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