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B_NORM  
view post Posted on 22/2/2016, 11:59 by: spawnix     +1   -1Reply
LALLos Angeles Lakers115CHI
Chicago Bulls126


#WelcomeBackDAngelo



Tappa a Chicago per il Farewell tour di Kobe, solita accoglienza trionfale, solito pubblico che tifa per lui più che per la squadra di casa e solito video celebrativo.
Stavolta ad annunciare il 24 giallo-viola non è lo speaker ma addirittura il suo fratello di tante battaglie Pau Gasol. Baci e abbracci con Pau si sprecano, la vera coppia di fatto in nba.
Poi abbiamo anche una partita e questa volta Scott ci sorprende schierando Russell in quintetto al posto di Lou Williams e con lui i soliti 4 ovvero Scarson, Pippert, Caprandle, e Kobe.
I Bulls sono ancora privi di Jimmy Butler oltre ai lungo degenti Mirotic e Noah e si affidano al solito Rose e ad uno scintillante Mcdermott. La partita è equilibrata, i valori dei Bulls non sono così superiori ai nostri,
anche se facciamo di tutto per complicarci la vita. Kobe tira tutto, da quando è rientrato dall'all star game non ha più ritegno alcuno. Gioca solo per se stesso, per far contenti i tifosi che sono venuti per lui ( non di certo quelli a casa) il suo ego e il tanking.
Scarson è a disagio perchè con Kobe al suo fianco non può tirare tutto quello che vuole e deve aspettare il suo momento per prendersi la scena ( o gli insulti) e poi abbiamo i nostri due giovani leoni ( cit. Bostongeorge) che si guadagnano la pagnotta in maniera diversa.
D'angelo gioca per i compagni e si prende pochissimi tiri ( che segna ) restando ai margini della partita, mentre Randle attacca il ferro a testa bassa come un toro, senza esitare con risultati ottimi ma con un qi molto approssimativo.
Hibbert come al solito fa schifo, ma forse schifo è un complimento la realtà è che non sta in piedi. La partita dal punto di vista offensivo e ben giocata, qualche forzatura di troppo da parte di Kobe( ok qualche è per non dire tutte), Julius che segna molti punti e scarson che esplode in un quarto periodo
molto produttivo, ma tutto questo non basta , non basta se poi la difesa è un disastro. Portis sembra Love e spara 3 triple consecutive che ci ammazzano, ma poi Scarson la rimette in piedi fino allo show finale di Rose e soprattutto Moore che fanno calare il sipario all'ennisimo vorrei ma non posso della stagione lacustre.
Da sottolineare la striscia di 4 canestri consecutivi di Kobe che ha infiammato la platea composta anche da due italiani molto su di giri e l'abbraccio finale molto toccante e sentito tra lui e il Catalano. La l è un ottimo viatico per la Pick anche se i Suns fanno sempre più paura.

Pro: La dab dance dei tifosi lacustri

Contro: Farsi battere da questi Bulls era veramente difficile ma noi ci siamo riusciti


Roby

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#FreeRussell,
Game Recap 2015/16
Comments: 4 | Views: 76Last Post by: Boston George 2.0 (23/2/2016, 00:14)
 

B_NORM  
view post Posted on 20/2/2016, 19:49 by: spawnix     +1   -1Reply
Online la diciassettesima puntata del nostro Podcast: copertina dedicata alle prestazioni dei Laker impegnati nell'ASG Week End, poi spazio a quanto successo fino alla Trade Deadline!




Come sempre, sono ben accetti vostri commenti, critiche, suggerimenti, consigli, ecc.

:birra:

#StayTuned

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Showtime Podcast
Comments: 0 | Views: 28Last Post by: spawnix (20/2/2016, 19:49)
 

B_NORM  
view post Posted on 20/2/2016, 15:29 by: Kobe24mvp79     +1   -1Reply
SASSan Antonio Spurs119LAL
Los Angeles Lakers113


#Tanking



Dopo la celebrazione di Toronto, Kobe e i suoi (si ancora lo sono..) Lakers tornavano a giocare allo Staples Center contro gli Spurs.
Spurs impegnati in un back to back iniziato con la sconfitta contro i cugini poveri (almeno fino a qualche anno fa) e privi della loro stella più luminosa Kawhi Leonard.

KOBE

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Game Recap 2015/16
Comments: 2 | Views: 66Last Post by: AlessioLaker (20/2/2016, 20:18)
 

B_NORM  
view post Posted on 19/2/2016, 23:59 by: Kobe24mvp79     +1   +1   -1Reply
Online la sedicesima puntata del nostro Podcast: copertina dedicata ai rumor sul possibile ritorno di Phil lanciato dal polacco, parleremo anche degli Awards di Gennaio, oltre alla solita analisi delle partite passate e future!




Come sempre, sono ben accetti vostri commenti, critiche, suggerimenti, consigli, ecc.

:birra:

#StayTuned

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Edited by spawnix - 20/2/2016, 19:48

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Showtime Podcast
Comments: 0 | Views: 49Last Post by: Kobe24mvp79 (19/2/2016, 23:59)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/2/2016, 02:59 by: JAYWILL_22     +2   +1   -1Reply
LALLos Angeles Lakers111CLE
Cleveland Cavaliers120




E' mai accaduto che un uomo venisse applaudito più di Lebron James, alla Quicken Loans Arena - se si eccettua la parentesi quadriennale in cui Lbj ha vestito la jersey dei Miami Heat - di Cleveland, Ohio? La risposta, fino a mercoledi notte, sarebbe stata "Never".

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Game Recap 2015/16
Comments: 1 | Views: 44Last Post by: spawnix (20/2/2016, 20:09)
 

B_NORM  
view post Posted on 9/2/2016, 10:52 by: spawnix     +1   +1   -1Reply
LALLos Angeles Lakers87IND
Indiana Pacers89


#Youth



Lakers a casa di Paul George nel Monday night NBA, ma subito una notizia ferale colpisce gli amanti del gossip: salta la reunion tra Pg e Roy Hibbert, evento molto atteso dopo le note vicende di cronaca palermitana - un pò rosa e un pò "nera" - che hanno riguardato i due, nell'ultimo periodo trascorso da Roy in maglia Pacers.
Ufficialmente, il palo della luce gialloviola ha dato forfait per l'infortunio alla caviglia patito sabato nel match contro gli Spurs, anche se le malelingue tendono a credere che siano stati i problemi personali legati al passato, ad indurre l'ex GeorgeTown a seguire il match in borghese.
Kobe proviene dalla miglior settimana della sua seconda vita cestistica - quella successiva al grave infortunio al tendine d'Achille - e ci tiene a proseguire sulla stessa via, anche nello stato meglio conosciuto come "la Culla del Basket". Ahinoi, alle intenzioni non seguiranno i fatti, perchè il Mamba spadella vergognosamente per tre quarti, prima di dare notizie decenti di sè.

La partita: il primo quarto è equilibrato, si registrano basse percentuali da ambo le parti ed Indiana non riesce a prendere il largo, come il gap tecnico ed il record dei due teams suggerirebbe. Niente paura, ci pensano i Lakers, con un secondo quarto da brividi a smuovere la situazione: il 5 su 20 al tiro di squadra dei nostri ragazzi, produce un vantaggio in doppia cifra stabile da parte dei padroni di casa, ridotto proprio nell'ultimo minuto a soli 8 punti: 46-38 il parziale dopo due quarti, con un D'Angelo Russell e lo stesso Bryant che combinano per un 25% scarso dal campo e oltre 20 tiri complessivi tentati.
Paul George, al contrario, stimolato dal confronto con il suo idolo di gioventù Kobe - non a caso, portava la maglia numero 24 nei primi anni di NBA, e la provenienza californiana ha aiutato - ne mette 14 in 24 minuti (I punti saranno 21 al 48').

Nel terzo quarto George smarrisce la via del canestro, ma ci pensano i compagni a scavare ulteriormente il solco: si arriva anche al più 18, nonostante i Pacers non segnino praticamente mai dal perimetro (i migliori? Turner con 14+13 e Hill a quota 15), i gialloviola sembrano ormai alle corde. Di Kobe non c'è traccia, bisogna solo annotare il 2 su 14 col quale va a prendersi gli ultimi minuti di riposo, prima di rientrare nel quarto periodo...ammesso che il punteggio lo consenta. La risposta è si, il merito è di un D-lo molto diverso rispetto a quello con le polveri bagnate della prima frazione. Il baby fenomeno con la #1 gialloviola, illumina la scena in assenza di Clarkson (disperso, solo 10 punti e il 33% dal campo alla fine) e con l'aiuto di Julione Randle (15+19 rebs per la macchina da rimbalzo angelena), riduce lo svantaggio fino ai soli cinque punti di fine terzo quarto.
Nell'ultimo periodo la musica non cambia, i Lakers restano a distanza di sicurezza, pur non uscendo mai dal match. C'è bisogno di qualcosa di più, e neanche a farlo apposta rientra il Mamba, che ha parecchio da farsi perdonare nella serata: il numero 24 dà il là ad un parziale di 13-3, col quale raddrizza in parte le percentuali (fino al 6 su 20 con la folle tripla dell'84-80, la terza consecutiva nel giro di un minuto e quaranta secondi) ed indirizza la W sulla via di Los Angeles, contro ogni pronostico.
Proprio nel loro momento peggiore, i Pacers ritrovano Pg13, che prima ottiene tre tiri liberi pescando un ingenuo - eufemismo - fallo di Scarson e poi batte agevolmente Kobe in 1 vs 1, segnando col fallo di Bass e il conseguente gioco da 3 punti. Un 6-0 che di fatto ammazza la squadra di Scott, che neanche a dirlo, non ha nessun piano B o contromisura da proporre. Quando Kobe smette comprensibilmente di compiere prodezze, si esaurisce la magia, e al Mamba che batte in testa, non c'è alternativa. Con due, se non tre uomini addosso, Kb24 non segna più ma non smette di tirare, e dalla panchina nessuno si premura di correre ai ripari. I 4 compagni del Mamba, lo osservano mentre scalpella il Capolavoro che lui stesso stava creando, guardandosi bene dallo svestire i panni di 4 spettatori non paganti. Sbaglia Kobe a non coinvolgere più nessuno, sbagliano loro e soprattutto the Masterpiece, cui non sembra vero di acciuffare per i capelli una L insperata, proprio al fotofinish. Il finale è 89-87, i rimpianti sono tanti - come i sospiri di sollievo -, ma la testa è già a Cleveland, per 'ultimo match prima dell'All Star Break.

A fine partita, si registra l'evento più intrigante della serata: Kobe regala le sue scarpe da basket con tanto di autografo a Paul George, un regalo che una delle stelle più luminose della Lega accetta con la gioia ed emozione di un bimbo. Noi tifosi gialloviola, in cuor nostro, ci auguriamo che presto o tardi - non troppo tardi, però - più che un commiato tra un giovane ed un vecchio campione, si tratti di un vero e proprio passaggio di consegne, sotto il sole di Hollywood.

JAYWILL_22

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Game Recap 2015/16
Comments: 0 | Views: 62Last Post by: spawnix (9/2/2016, 10:52)
 

B_NORM  
view post Posted on 8/2/2016, 16:07 by: spawnix     +2   +1   -1Reply
Player Of the Month & Lakers Power Rankings



LAKERS



Vote for Jennuary Award!
#ShowtimePOM #ShowtimeLPR

Edited by Kobe24mvp79 - 4/3/2016, 23:59

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#ShowtimeLPR,
#ShowtimePOM
Comments: 0 | Views: 38Last Post by: spawnix (8/2/2016, 16:07)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/2/2016, 12:55 by: spawnix     +1   +1   -1Reply
LALLos Angeles Lakers102SAS
San Antonio Spurs106


#GoodByeTexas



I Lakers reduci da due successi consecutivi - guidati, tanto per cambiare, da Kobe Bryant -, si presentano all'AT&T Center di San Antonio nella serata di sabato, con l'intenzione di ben figurare.
Nonostante i campioni NBA 2014 vantino un record di 27 vinte e 0 perse tra le mura amiche, l'impressione è che i derelitti Lakers non abbiano alcuna intenzione di fungere da vittima sacrificale, come le relative posizioni in classifica ed interessi contrapposti imporrebbero.
A surriscaldare ulteriormente l'atmosfera, in senso positivo, ci pensa la stessa Organizzazione nero-argento, accogliendo Kobe - giunto all'ultima esibizione in carriera a S.Antonio - con un video celebrativo, condito dalle parole al miele di Manu Ginobili, Tim
Duncan, Coach Pop e Tony Parker (insomma, Gli Spurs). Il francese azzarda un "Kobe è stato l'Mj della nuova generazione" che non può non far riflettere sulla grandezza di questo fuoriclasse ormai giunto al capolinea, e la reazione del pubblico stesso non lascia indifferenti.
L'accoglienza trionfale da parte dei rivali storici dei Lakers e di Kobe, un pò come successe a Boston, è sintomo di grandissima maturità: un pubblico abituato a vincere, sa riconoscere i vincenti con la V maiuscola, soprattutto quando li affronta per tanti anni. Diversamente da Utah, Portland, Denver e tutte le arene assuefatte a sconfitte e delusioni, che non a caso hanno tenuto ben altro atteggiamento nei confronti del numero 24, ex 8. Anche da questi dettagli, vedi La differenza tra chi ha vinto, vince e vincerà ancora e chi invece, dell'alfabeto, conoscerà sempre e soltanto la lettera L.

Comunque sia, si parte e subito arriva il primo canestro di Kobe in faccia al miglior difensore della Lega, Kawhi Leonard, ma contrariamente alle nostre speranze, rimarrà un fatto isolato nei primi 24 minuti di gioco. Bryant non esagera particolarmente, S.Antonio controlla, nonostante le assenze di Duncan e Ginobili, e quando Kobe viene richiamato in panchina, siamo 19-12 per i padroni di casa.
Tutto come da copione, insomma. A fine primo quarto Diaw accende il match, stoppando un lay-up di Clarkson al vetro e facendo partire il contropiede, concluso con una tripla in ritmo di Mills.
+9 S.antonio dopo 12 minuti.

La regia manda in onda una grafica del confronto tra le due Superstars di serata, Tim Duncan - in borghese - e Kobe, appunto, veterani di ormai ventennale esperienza in questa Lega. Scopriamo cosi che in regular season ha vinto più volte il caraibico (17-13), ma al contrario - cosa nota -, nei playoff il conto dice 18-12 per Kobe, con due sole qualificazioni nero-argento, contro le 4 gialloviola. I titoli, aggiungo io, rimarranno cinque pari, a causa della scarsa lungimiranza del Mamba a fine carriera e della presenza di Steph Curry, il cannibale della NBA moderna.

Clarkson è già in doppia cifra ad inizio secondo quarto, e - incidente con Diaw escluso - risulta il miglior elemento nella prima parte di gara, tra le nostre fila, ma come spesso accade se lui brilla, la squadra è sotto (di una decina di punti circa, nella fattispecie) nel punteggio. Non è (mai) un caso.
A metà secondo quarto, coach Scott rimette in campo proprio Scarson e lo stesso Kobe, augurandosi - o forse no - che i nuovi ingressi diano una scossa alla squadra. E per assicurarsi che i suoi progetti - di tanking - non vadano in fumo, li affianca a Sacre, uno dei
personaggi di culto negativi più imbarazzanti di sempre, nella L.A. che conta.
Scarson ci riporta a -3 con una tripla fuori equilibrio e festeggia come Tardelli ai Mondiali dell'82, sarebbe bene che qualcuno gli spiegasse qualcosa, e anche al più presto. Ma a parte questo, è Jc a tenerci in partita, andando ad inchiodare in alley-oop il -2 (per lui già 15 punti e 6/10 al tiro).
Un Marjanovic più forte che bello ci ri-allontana subito con un gioco da 3 punti, ma un solido Randle ci tiene li a -3. Kobe sembra smanioso di incidere in un match che al momento lo ha visto protagonista marginale, ma dall'arco non ne mette una. L'epica performance vs i Wolves (7 su 11) è già un lontano ricordo, gli sdeng dalla lunga distanza non si contano, e solamente gli Spurs distratti e apparentemente "in ciabatte", consentono ai Lakers di restare a contatto. Mills mette a segno la terza tripla del suo primo tempo e raggiunge gli 11 punti a referto, mentre Kobe, dal canto suo, capisce che non è serata e va a prendersi due punti in backdoor, ritrovando cosi la via del canestro
smarrita dopo la prima azione della gara. Randle effettua il primo sorpasso in avvicinamento, ma Kawhi rimette le cose a posto, stoppando il parziale Lakers di 7-0 e con 4 punti consecutivi, consente ai suoi di andare al riposo più lungo in vantaggio, seppure di soli 3 punti.

Il terzo quarto sembra la fotocopia del primo: pronti via, Kb24 si alza al tiro dal corner sinistro, 2 punti automatici. Ma solo in apparenza, visto che nel primo tempo, dopo il canestro d'avvio, Kobe ha segnato un solo altro canestro, fallendo le altre 8 conclusioni
effettuate. Con questo sesto punto, il tabellino denuncia un preoccupante 3 su 11 dal campo, un flop tutto sommato prevedibile contro un mastino come Leonard, visto e considerato che i bookmakers piazzavano l'over di Kobe a soli 13,5 punti (solitamente non si sta sotto i 17-18).
I Lakers reggono l'urto, ma mandano troppo spesso in lunetta un Kawhi Leonard tutto sommato poco incisivo offensivamente (2 su 7), fino a quel momento: sono 13 i liberi tirati dal #2 nero-argento nei primi 28 minuti, una media da fare invidia a James Harden.
L.A. non sprofonda solo perchè a tenerla a galla ci pensano Clarkson e lo stesso Kobe, più un Randle sempre scomposto nelle movenze, ma efficace coi suoi 14 punti e 11 rimbalzi già a metà terzo quarto.
Parker porta il vantaggio spurs alle soglie della doppia cifra (70-61 al 30'), ma prima un tecnico fischiato a Pop e poi Randle, ricuciono lo strappo, contestualmente alla nuova fiammata del Black Mamba: poderosa stoppata ai danni di LMA, break dei Lakers e palla
nuovamente nelle mani del figlio di Joe Bryant, che in Fade away vintage, sigla il 66-70. C'è ancora una partita, contro ogni pronostico.
I Lakers, come Kobe, viaggiano a corrente alternata, e ad ottimi momenti di gioco si alternano alcune schifezze degne della loro desolante classifica di division. Per tenere il passo di San Antonio bisogna fare qualcosa di speciale, ma qual'è il problema? Ci pensa Kobe, inanellando una terrificante serie di tre triple consecutive, due delle quali forzatissime, e l'ultima con tanto di fallo supplementare e conseguente gioco da 4 punti. Da -8 a -1 in un amen, 14 punti nel quarto per il Mamba, ed un referto ora più consono al suo status (8/19 per 19 punti).
Adesso anche i compagni iniziano a crederci, l'idea di fare uno scherzetto a Tim Duncan e soci, sta prendendo corpo. Purtroppo c'è il rovescio della medaglia, non sono solo rose e fiori per quanto riguarda Kobe: galvanizzato dai dieci punti in un minuto, Bryant ricomincia a forzare e dopo due erroracci al tiro, viene richiamato in panchina per l'ultimo riposo. Non prima, però, di assistere al "buongiorno" di D'Angelo Russell alla AT&T, con la tripla del sorpasso Lakers, poco prima della terza sirena: 81-79 per gli ospiti, tra lo stupore generale.
Stupore che si trasforma quasi in "terrore", quando Lou Williams sgancia la bomba dell'86-81 Lakers. E' partita vera, dunque, a S.Antonio toccherà accendere l'interruttore se vorrà mantenere immacolato il record casalingo. Simmons risponde al fuoco con un tiro da 3, ma è ancora D'angelo a dipingere basket, pescando Black per la schiacciata del nuovo +4. Ed è ancora l'ex stella di Osu a siglare il jumper del 90-87, dopo la tripla di Green, che subito
dopo concede il bis. Parità assoluta, partita bellissima, ma quel che più conta, vera.
L'impressione che ricava il tifoso più attento è che oggi i ragazzi siano più pronti di quanto lo fossero anche solo un mese fa, e finalmente - urliamolo a squarciagola..finalmente! - il merito è anche di Kobe, che con le sue scariche di adrenalina riesce a far salire di livello i compagni. Il Russell del primo tempo, ad esempio, non è nemmeno parente di quello che si disimpegna tra terzo e quarto periodo, come fosse un veterano consumato.
E' ancora il Golden Boy Purple and Gold a segnare il tiro pesante del sorpasso, appena prima che faccia il suo nuovo ed ultimo ingresso Bryant. I minuti al termine sono 5, la prestigiosa e allo stesso tempo sanguinosa W è li da cogliere, clamorosamente alla portata. Davanti, purtroppo ci sono gli spurs e non Wolves e Pelicans, ed è questo particolare a fare la differenza.
Il fin li positivo Randle si esibisce in un'azione pornogragica, conclusa giustamente con la
stoppata di West e la violazione dei 24 secondi. I consueti limiti emergono inesorabilmente, la stoffa c'è ma Julius dovrà lavorare moltissimo per raggiungere il livello cui aspirava, prima di incappare nel tremendo infortunio dell'autunno 2014.
Ad ogni buon conto, Kobe non ci sta, si inventa un tiro fuori equilibrio dai 7 metri e mezzo per il 96 pari, e poco dopo Lou lo imita, pareggiando a sua volta l'ennesima stoccata di Green.
Two minutes Warning, 99 pari. Ma stavolta si, è l'ultimo sussulto gialloviola, perchè anche alle favole - e al masochismo - c'è un limite. Gli dei del basket accolgono una preghiera di Parker, che dopo l'1 su 2 dalla lunetta di Randle, si ripete in layup. il francese è desto, gli Spurs salgono a +3.
Kobe tenta di forzare il raddoppio di Pop e spara ugualmente da 8 metri con due uomini addosso, il cross che ne deriva gli dà torto. Ormai il Mamba ha finito le pile, è 9 su 27 dal campo e nell'ultimo quarto ha segnato solamente - solamente tra virgolette - la sontuosa tripla del 96-96 in faccia al cancellatore di Stars, al secolo mister Kawhi Leonard.
Aldridge si prende il 105-100 con la forza, Kobe risponde dalla lunetta, raggiungendo quota 25.
Il tiro in uscita dai blocchi di Green a dieci secondi dalla fine, potrebbe chiudere il match, ma si stampa sul ferro. C'è ancora vita per i Lakers? Nossignore, perchè Bass, Kobe e Young mancano il tagliafuori e Leonard si appropria del rimbalzo offensivo. Il libero di Diaw ratifica la vittoria Spurs 106-102, il sogno/incubo delle 3 vittorie consecutive e di tenere la striscia vincente aperta, sul campo più ostico della Lega, sfuma proprio sul traguardo.
Uno dei primi dieci della Storia NBA saluta S.Antonio, acclamato come una Rockstar, segnando 25 punti alla veneranda età di 37 anni e 6 mesi. Se questo rimanesse il trend - e non può accadere, per ragioni meramente fisiche -, il Farewell Tour acquisterebbe un senso, ma magari perderemmo i diritti sulla prima scelta di Giugno.
No, il gioco non vale la candela, è stato comunque bellissimo ma tra passato e presente, i Lakers devono scegliere il futuro. E se Kobe chiudesse i conti subito dopo l'ASG, come qualcuno sta vociferando, non sarebbe propriamente un male.

JAYWILL_22

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#TheBlackMamba,
Game Recap 2015/16
Comments: 0 | Views: 38Last Post by: spawnix (8/2/2016, 12:55)
 

B_NORM  
view post Posted on 7/2/2016, 15:22 by: Kobe24mvp79     +2   +1   -1Reply
LALLos Angeles Lakers99NOP
New Orleans Pelicans96


#Wintage



Sogno o sono desto? Sono le parole che mi sono detto quando ho visto quella tripla del 24 che a 37 anni suonati e pieno di infortuni ancora riesce a sorprendermi e a sorprendere.

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#TheBlackMamba,
Game Recap 2015/16
Comments: 0 | Views: 44Last Post by: Kobe24mvp79 (7/2/2016, 15:22)
 

B_NORM    
view post Posted on 3/2/2016, 11:34 by: spawnix     +5   +1   -1Reply
MINMinnesota Timberwolves115LAL
Los Angeles Lakers119


#Wintage



Due anni e dieci mesi dopo, si è rivisto il Black Mamba allo Staples Center. E quale migliore occasione poteva scegliere, se non evitare alla franchigia di cui è stato simbolo e uomo-immagine per vent'anni, la striscia perdente peggiore di sempre?
Ma andiamo con ordine. A Los Angeles scendono sul parquet gialloviola i Minnesota Timberwolves, per quello che promette di essere una sorta di spareggio tra due delle tre peggiori formazioni della Western conference. I Wolves hanno vinto due delle ultime dieci, i Lakers hanno eguagliato proprio domenica il primato di sconfitte consecutive a quota dieci, affiancando i Lakers di metà anni '90 allenati per un breve periodo dall'altra icona leggendaria dell'era moderna, Magic Johnson.
L'imperativo è vincere, perfino il King del tanking, aka The Masterpiece Byron Scott, ci tiene il giusto ad entrare nel libro di storia negativo dei Lakers in solitaria, e ad eccezione di Larry Nance Jr. - che rivedremo dopo l'ASG -, sono tutti presenti.
Minnesota deve fare a meno di Martin, Pekovic e Kevin Garnett, cosi anche stavolta, come in Lakers-Mavs della settimana scorsa, dobbiamo fare a meno del confronto tra due grandi veterani dei parquet NBA.

La partenza è tutt'altro che incoraggiante, la difesa dei padroni di casa sembra in sciopero come Chris Bosh in quel di Houston un paio d'ore prima - 0 tiri presi nel primo quarto abbondante di gioco -, e già dopo cinque-sei minuti i punti al passivo sono 20 (12-20), poi 24 (17-24). Kobe gioca (era in dubbio) e segna un paio di canestri, ma al solito si disinteressa totalmente della fase difensiva: inguardabile il modo in cui rimane su un semplicissimo blocco ed osserva Prince appoggiare comodamente, con l'uomo in canotta gialloviola più vicino, distante almeno 3 metri. Esce Kobe, entra D'Angelo e la musica cambia. Gli stessi Wolves si rilassano, perdono ben 6 palloni nei primi 13 minuti di gioco, e ben presto i Lakers mettono la freccia. Prima Clarkson e poi Russell suonano la carica, già a fine primo quarto mettiamo la testa avanti, grazie ad un primo parziale di 10-0.
La difesa finalmente regge, dopo aver subito 20 punti nei primi minuti, ne incassiamo solamente 18 nei successivi 13 e qualcuno già storce il naso, quando il numero 24 si appresta a rientrare. Con D-Lo autore di 11 punti nella prima metà del secondo quarto e Clarkson già in doppia cifra, c'è il timore che il rientro del figlio di Jellybean produca effetti negativi. Niente di più sbagliato.
Pronti, via, Kobe incendia lo Staples con la tripla del +8 e poco dopo si ripete da 3: il suo fatturato parla di 15 punti, con un ottimo ed inusuale 4/6 al tiro, ancora prima che finisca il primo tempo di gioco. E i Lakers, con un Capitano cosi, si siedono comodamente su un vantaggio in doppia cifra che non abbandoneranno fino ad inizio quarto quarto. Lou Williams e Julius Randle confezionano la giocata della notte, con inchiodata spettacolare del 30, portando il punteggio sul 61-48. Si, avete letto bene, 61. Hibbert è scomparso a vantaggio di Black, e nessuno si offende per la dimenticanza di coach Scott, forse stufo anche lui di vedere un palo della luce piantato in vernice. Il secondo quarto si chiude con la tripla scoccata al 24° secondo da Lou e il punto del 66-52 allo scadere, messo a segno dal nuovo predestinato, Wiggins.

Alzi la mano chi, al rientro dagli spogliatoi non inizia ad avere quella poco piacevole sensazione di deja vu. Proprio come nell'Opening night, infatti, i Wolves apparentemente fuori partita, iniziano ad erodere il vantaggio gialloviola, avviando una lenta, ma inesorabile rimonta.

Intanto però, per quasi tutto il terzo periodo, il match rimane saldamente nelle mani dei Lakers. Il merito è da attribuire in particolar modo ad un Bryant "in the zone", che prima segna la quarta tripla su sette tentativi, e di seguito infila la quinta. Per lui 21 punti nei primi 23 minuti in campo, diventati 24 col Jumper del nuovo +14 Lakers, cui risponde da 7 metri e mezzo il vostro normale centro di 2.12, Karl Anthony Towns (14+9 alla fine).
Minnesota a -11, nonostante un Rubio da 10 punti e 10 assist e un Wiggins che sta iniziando a mettere le marce alte. No, la partita non è affatto finita, quella sensazione citata in precedenza, si fa sempre più insistente, "il giorno della marmotta" sta per diventare realtà. D'Angelo rimane troppo a lungo in panchina, quando ne esce si è raffreddato ed è ben lontano dal giocatore esplosivo visto all'opera nel secondo periodo. All'ultimo riposo, 92-81 per noi, ma il fiato degli ospiti inizia a farsi sentire. Nessuna sorpresa, dunque, quando i Wolves piazzano un break di 11-2 che li riporta pienamente in partita, costringendo la sfinge Scottex a chiamare un Timeout. Il parziale si allarga fino a 17-6, adesso c'è solo un possesso tra i due teams, e Lavine sta prendendo fuoco (chiuderà a quota 14). Russell non ci sta, spara una tripla senza coscienza ed arresta momentaneamente l'emorragia (99-93), ma è un'illusione. Non basta il 10/23 dei Lakers nel tiro pesante a scoraggiare Minnesota, Wiggins si conferma a tutti gli effetti il nuovo Lebron, alternando giocate di talento e fisicità/atletismo inimmaginabili, agli ormai famigerati sfondamenti, 4 passi e fischi regalati, cui il choosen one originale ci ha abituati da quasi 3 lustri.
Wiggo ne mette 10 nel solo quarto quarto, e fanno 28 in totale: mica male per un ragazzino al secondo anno tra i Pro. Lavine trasforma il match in un 1-point game e subito dopo effettua il sorpasso, chiudendo un parziale di 7-0 a favore degli uomini di Sam Mitchell. Un film già visto a fine ottobre, ma siamo a Febbraio e la notte degli Oscar è molto più vicina, a Hollywood non possono essere cosi banali da propinarci un noioso e deprimente remake. E infatti non accade. Kobe, rientrato da pochissimo sul parquet, riprende da dove aveva lasciato, come se gli anni fossero 28 e il fisico ancora integro.
Prima forza la tripla del 104-102 su un blocco, l'azione seguente si ripete dal lato sinistro, come nulla fosse. +5 Lakers in un amen, sesta e settima tripla (su 11 tentativi) da consegnare agli annali. Lo Staples è in fiamme, ci manca solo che imiti il celebre gesto di MJ alle Finals '92 coi Blazers, e potremmo tutti andarcene a casa. Ma no, il suo volto non tradisce emozione, c'è un lavoro da finire. Wiggins in fade away firma il trentesimo punto (e il -3), a Kobe viene annullato un canestro più fallo tra le proteste del pubblico, e Lavine resetta tutto: ancora -1 Wolves. Che hanno la palla del sorpasso, ma lo stesso Lavine pasticcia e perde un pallone. Scarson prova ad imitarlo ma non ci riesce, cosi ha la saggia idea di andare da Randle, che in giro e tiro riporta i suoi ad un possesso pieno di vantaggio. La partita è entusiasmante, da queste parti non capita di frequente, nelle ultime stagioni.
Dieng dalla lunetta per il nuovo -1, ma siamo entrati nella Kobe Bryant zone, il 48° minuto. Jumper jordaniano, anzi Kobiano come ai bei tempi, ed è ancora +3 L.A.
Ci siamo quasi, i grigi invertono una rimessa ma si correggono, la palla torna nelle sagge mani di Kobe, e per Minnesota rimane solo un'opzione: mandarlo in lunetta. Dagli spalti partono i cori "Mvp, Mvp", ma per la prima volta dopo quasi 3 anni non sono deliri da tifosi ancorati al passato, ma la fotografia di quanto si è visto sul parquet.
L'ultima volta era stata coi Warriors ad Aprile 2013, quando Bryant ci consegnò la W che voleva dire "playoff" con il tendine d'achille a pezzi.
I viaggi in lunetta del Mamba diventano due, tre, e non c'è più tempo per recuperare, da parte dei Wolves. Finisce 119 a 115 Lakers,
Kobe si riprende i Lakers per una notte, facendo segnare un tabellino che non ha niente a che vedere con un uomo di 38 anni e decine di infortuni alle spalle. 38 punti, uno per anno, 10/21 al tiro, 7 su 11 da 3, 11 su 12 ai liberi.
I 20 di Lou, i 18 di Russell, i 16 di Clarkson e i 15 di Randle completano il quadro, ma stasera non c'è spazio per nessun altro che non si chiami Kobe.
A lui dobbiamo la decima vittoria stagionale e l'interruzione della striscia negativa record, ironia della sorte, proprio a quota 10. Che, elementare Watson, è anche il voto odierno che abbiamo il piacere di assegnare al Mamba. Due anni e dieci mesi dopo, welcome Back.

JAYWILL_22

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#TheBlackMamba,
Game Recap 2015/16
Comments: 6 | Views: 99Last Post by: JAYWILL_22 (4/2/2016, 16:19)
 

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